La Legge Regionale n. 7 del 10 marzo 2017 rappresenta una svolta per la rigenerazione urbana e la valorizzazione dei vani seminterrati nella Regione Lombardia.
Questa normativa ha l’obiettivo di favorire il recupero di locali seminterrati da destinare a usi residenziali, terziari o commerciali, incentivando così:
- la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente,
- la riduzione del consumo di suolo,
- e il contenimento dell’impatto ambientale tramite l’efficienza energetica.
Perché e quando è possibile recuperare un seminterrato
La Legge Regionale 7/2017, all’articolo 1, stabilisce le finalità principali che giustificano il recupero dei vani seminterrati:
- la rigenerazione urbana,
- la riduzione del consumo di suolo,
- e la promozione dell’efficienza energetica attraverso tecnologie moderne.
Un altro obiettivo chiave è la diminuzione delle emissioni in atmosfera, in linea con le politiche ambientali regionali.
Per raggiungere questi scopi, la legge autorizza il recupero dei vani e locali seminterrati esistenti a patto che:
- siano ubicati in edifici serviti da opere di urbanizzazione primaria;
- siano stati realizzati legittimamente prima dell’entrata in vigore della legge (10 marzo 2017).
Definizioni da conoscere
Per comprendere meglio cosa è recuperabile, la legge specifica alcune definizioni fondamentali:
- Piano seminterrato: livello di un edificio in cui il pavimento si trova sotto il livello del terreno, mentre il soffitto è sopra il suolo.
- Vani e locali seminterrati: gli spazi interni a questo piano, potenzialmente destinabili ad abitazioni o ad altri usi.
Requisiti minimi per il recupero dei vani seminterrati
Il recupero di questi spazi è consentito solo a condizione che siano stati costruiti legalmente prima della legge e che rispettino le normative igienico-sanitarie vigenti, tra cui l’altezza interna dei locali, che non può essere inferiore ai 2,40 metri. In caso di altezze irregolari, si valuta l’altezza media del locale.
Interventi ammessi per il recupero dei seminterrati: quali sono e quali permessi servono?
Gli interventi per il recupero dei vani seminterrati in Lombardia possono essere realizzati sia con che senza opere edilizie. In entrambi i casi:
- Non è richiesto un piano attuativo;
- Non serve un permesso di costruire convenzionato;
- L’intervento non è considerato nuova costruzione.
Permessi per il recupero con opere edilizie
Se il recupero del seminterrato prevede lavori edili, è necessario ottenere un titolo abilitativo edilizio (es. SCIA o permesso di costruire), in conformità con le categorie di intervento previste dalla normativa regionale.
In caso di cambio di destinazione d’uso (ad esempio, da cantina a unità abitativa o commerciale), l’intervento deve rispettare anche quanto stabilito dalla Legge Regionale 12/2005.
Permessi per il recupero senza opere edilizie
Quando il recupero del locale seminterrato avviene senza interventi edili, è sufficiente presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), come previsto dal Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001).
Attenzione: in presenza di edifici vincolati o di particolare valore storico-culturale, possono essere richieste autorizzazioni aggiuntive.
Deroghe urbanistiche e requisiti tecnici
L’articolo 3 della legge regionale consente, in specifici casi, di derogare ai limiti edilizi stabiliti dai Piani di Governo del Territorio (PGT) e dai regolamenti edilizi comunali, a condizione che siano rispettate le norme igienico-sanitarie e di sicurezza.
Questa flessibilità normativa rende la legge vantaggiosa per chi vuole valorizzare spazi seminterrati inutilizzati, adattandoli a nuove esigenze abitative o commerciali.
Sicurezza, Radon e efficienza energetica nei seminterrati recuperati
Tra i requisiti tecnici più importanti rientrano:
- L’isolamento termico conforme alle normative nazionali e regionali sul risparmio energetico
- Misure contro la presenza di gas radon, un gas radioattivo naturale che può accumularsi nei locali sotterranei
La legge prevede l’obbligo di adottare sistemi di mitigazione o eliminazione del radon, tramite appositi impianti tecnici o accorgimenti strutturali.
Grazie alla Legge Regionale 7/2017, recuperare un seminterrato in Lombardia è oggi più semplice e conveniente, purché si rispettino permessi edilizi, requisiti tecnici e le eventuali deroghe consentite.
Costi, esenzioni e vantaggi fiscali per il recupero dei seminterrati in Lombardia
Uno dei principali vantaggi previsti dalla Legge Regionale 7/2017 riguarda la riduzione dei costi per il recupero dei vani seminterrati.
La normativa stabilisce infatti che questi interventi non siano soggetti al contributo di costruzione, ad eccezione di alcuni casi particolari legati alla tipologia dell’intervento edilizio.
Un ulteriore beneficio riguarda i recuperi fino a 100 mq di superficie lorda:
- Non è richiesto il reperimento di aree per servizi pubblici
- Non è prevista la monetizzazione di tali aree
Questo consente un’importante semplificazione dell’iter amministrativo e una riduzione delle spese complessive.
Inoltre, gli interventi realizzati su edifici di edilizia residenziale pubblica o sociale, così come su strutture ricettive, possono usufruire di esenzioni fiscali e agevolazioni sui contributi.
Valutazione Paesaggistica: quando è necessaria?
Se il recupero del seminterrato comporta modifiche visibili all’esterno dell’edificio, la legge impone l’obbligo di una valutazione di impatto paesaggistico.
Questa misura ha lo scopo di:
- tutelare il paesaggio urbano e rurale
- preservare il patrimonio storico e architettonico, soprattutto nei centri storici o in contesti di pregio paesaggistico
La Legge Regionale 7/2017 offre una vera occasione per i proprietari di immobili in Lombardia:
- Recuperare seminterrati inutilizzati
- Risparmiare sui costi e sui permessi
- Aumentare il valore dell’immobile in chiave sostenibile ed efficiente
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